Sei performer, sei archetipi di cittadini attendono in una departure lounge un possibile imbarco. Intanto, brandelli di vita si insinuano tra l’attesa della partenza e l’aspettativa dell’arrivo. Una galleria ironica di (im)probabili abitanti metropolitani che, attraverso le proprie vite, raccontano pezzi di città e condividono riflessioni su cosa sia una città. Il limbo gradualmente viene abitato e gradualmente il bianco della departure lounge si spegne nel blue neon di un deposito di oggetti smarriti. L’aspettativa diventa malinconia e gli abitanti si mostrano per ciò che sono: miraggi di una città di plastica.
La città vista da lontano, la città sognata, la città da raggiungere. Una città illusoria ridotta a un mucchio di macerie emozionali e reali. Sonorità electro – minimal e passi di tap dance creano l’ossatura su cui si alternano incursioni fisiche e testuali. Ogni individuo è una città; la città sorge da ogni singolo individuo. Il progetto artistico è strutturato in moduli indipendenti, ogni modulo è ispirato, accompagnato e costruito grazie ad un percorso d’incontri e seminari, sia con artisti locali, creando momenti di scambio di pratiche, sia con la cittadinanza, creando spunti di riflessione condivisa sull’abitare lo spazio pubblico e privato. Proprio dalla residenza laboratoriale svolta al Teatro Cantiere Florida grazie a Murmuris, nasce uno dei moduli scenici elaborato drammaturgicamente, insieme ad artisti e cittadini che hanno condiviso idee e immagini su Firenze.