Un’installazione in movimento, un atto di resistenza interiore ma anche l’ultimo capitolo di una pratica di “teatro in cammino” avviata da Cuocolo/Bosetti nel 2013 a Melbourne, dove la coppia viveva e lavorava. Una performance immersiva e sorprendente che conduce all’esplorazione dell’edificio teatrale, dei suoi spazi pubblici e di quelli più privati. Una donna guida gli spettatori in una sorta di percorso iniziatico attraverso luoghi solitamente interdetti ai non addetti ai lavori. Sale, camerini, sgabuzzini, sottopalchi rivelano dettagli inediti e segreti ma anche memorie di chi quei luoghi ha abitato nel passato: ecco, allora, che la storia pubblica dell’edificio teatrale si mescola alle innumerevoli vicende private di quanti vi hanno vissuto, anche solo per brevi periodi. E, ancora, alla biografia personale degli stessi Cuocolo/Bosetti e a quella degli spettatori. Un dispositivo vertiginoso e affascinante, coerente con la ricerca artistica che la coppia italo-australiana conduce da almeno un ventennio: «la biografia personale e collettiva è al centro del nostro lavoro, come un corpo celeste oscuro, invisibile e al tempo stesso indagabile in ogni dettaglio per l’attrazione gravitazionale che esercita sui suoi satelliti».