MPF 24
Festival di teatro contemporaneo

SABATO 16 MARZO
h 21.00 

TEATRO CANTIERE FLORIDA
FIRENZE

FABIANA
IACOZZILLI

IL GRANDE
VUOTO

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Fabiana Iacozzilli, diplomata nel 2002 al Triennio di Regia presso l’Accademia “Centro internazionale La Cometa”, inizia da subito la sua carriera lavorativa. Dal 2003 al 2008 è regista assistente di Pierpaolo Sepe e Luca Ronconi, nel 2008 fonda La fabbrica dell’Attore, compagnia della quale è direttrice artistica dal 2008 al 2018 e nello stesso anno debutta al Romaeuropa Festival con La Classe. 
uno spettacolo di Fabiana Iacozzilli
dramaturg Linda Dalisi
con Ermanno De Biagi, Francesca Farcomeni, Piero Lanzellotti, Giusi Merli
e con Mona Abokhatwa per la prima volta in scena
progettazione scene Paola Villani
luci Raffaella Vitiello
musiche originali Tommy Grieco
suono Hubert Westkemper
costumi Anna Coluccia
video Lorenzo Letizia
aiuto regia Francesco Meloni
scenotecnica Mauro Rea, Paolo Iammarrone e Vincenzo Fiorillo
fonico Jacopo Ruben Dell’Abate
direzione tecnica Francesca Zerilli
assistenti Virginia Cimmino, Francesco Savino, Veronica Bassani, Enrico Vita
collaborazione artistica Marta Meneghetti, Cesare Santiago Del Beato
foto di scena Laila Pozzo
ufficio stampa Linee Relations
produzione Cranpi, La Fabbrica dell’Attore-Teatro Vascello Centro di Produzione Teatrale, La Corte Ospitale, Romaeuropa Festival
con il contributo di MiC–Ministero della Cultura
con il sostegno di Accademia Perduta / Romagna Teatri, Carrozzerie n.o.t, Fivizzano 27, Residenza della Bassa Sabina, Teatro Biblioteca Quarticciolo
ph @Laila Pozzo

Il grande vuoto indaga l’ultimo pezzo di strada che una famiglia percorre prima di svanire nel vuoto e, questo dissolversi, è amplificato dal progressivo annientamento delle funzioni cerebrali della madre a causa di una malattia neurodegenerativa. Al progressivo svuotarsi del cervello della madre fa eco lo svuotarsi di esseri umani dalla casa, mentre questa si popola di oggetti, di ricordi che aumentano pesano e riempiono tutte le stanze. Il lavoro trova risonanze e spunti in Una donna di Annie Ernaux, e nel romanzo Fratelli di Carmelo Samonà ed è il tentativo di raccontare una grande storia d’amore: quella tra una madre, i suoi figli e un padre che muore.


Ne Il grande vuoto la narrazione teatrale si contamina con il video per raccontare che grazie alle fotocamere Tapo e i loro video ad alta risoluzione con visione notturna fino a trenta piedi, unə figlə può continuare a vivere la propria vita ed entrare senza essere visto in quella del proprio genitore. Guardare la madre giocare al solitario, fissare la televisione spenta, parlare con persone che non esistono, non farsi il bidet, piangere, stare seduta e ferma sul bordo del letto, passare la notte a tirare fuori dai cassetti fotografie pezzi di carta mutande sporche per poi rimetterli dentro.
Tante le domande che ci hanno spintə a sprofondare in questa materia artistica, ad addentrarci in questa ricerca su cosa rimane di noi e se resta qualcosa di quello che siamo statə mentre ci approssimiamo alla fine, ma una su tutte è forse la più incandescente bella e giusta per il lavoro ed è quella letta in un fumetto della autrice Giulia Scotti: “il punto è trasformare il dolore in bellezza. Ci riusciremo ancora?”

Biglietti acquistabili online sul sito www.ticketone.it
La biglietteria è aperta la sera di spettacolo dalle h 19.30 per l’acquisto e il ritiro dei biglietti.
I biglietti prenotati e non ritirati 15 minuti prima dello spettacolo saranno venduti fino a esaurimento posti.